Cybersecurity 2023-2024: quali lezioni dovremmo aver appreso e cosa ci aspetta. (1/5)

Le ragioni pratiche delle azioni di previsione.

Settembre, si sa, è tempo di bilanci e previsioni, anche per la Cybersecurity.

Nell’universo della sicurezza informatica, l’ultimo trimestre dell’anno è per tradizione il momento in cui fioccano le previsioni sulle minacce cui andremo incontro nell’anno a venire. Tali pronostici sono costruiti tanto sulla base dei maggiori incidenti occorsi nei mesi antecedenti, quanto puntando lo sguardo a quei segnali che sembrano prefigurarsi come le tendenze emergenti di più alto rischio e impatto in ambito digitale e dunque in termini di privacy. Il tutto va necessariamente contestualizzato all’interno di uno scenario, dove la geopolitica la fa certamente da padrona.

Non è un caso se la strada del vaticinio a base di ingredienti cyber sia annualmente ribattuta a settembre: esistono infatti tre ragioni specifiche e di natura pratica sottese alla necessità che una simile analisi sia effettuata proprio in questo momento dell’anno.

In primo luogo, lo studio sulle lezioni apprese dai maggiori attacchi informatici verificatisi più di recente dovrebbe consentire alle organizzazioni di poter stilare delle previsioni realistiche e dunque utili, mentre si dispone ancora del tempo sufficiente per approntare e implementare le migliori misure di sicurezza possibili, in vista del nuovo anno.

In seconda battuta, tale tipo di azione preventiva non fa che allinearsi inevitabilmente con la pianificazione dell’anno fiscale di moltissime realtà economiche, permettendo alle stesse di allocare efficacemente le risorse per i progetti di sicurezza informatica, la quale, è sempre bene ribadirlo, non è un servizio accessorio né secondario.

Last but not least, le riflessioni in parola rappresentano l’occasione per istruire un’utile revisione annuale degli avvenuti progressi tecnologici e sono dunque fondamentali per valutare le implicazioni delle novità sulla sicurezza dei sistemi, delle informazioni e delle reti aziendali. Si tratta di un fattore imprescindibile, poiché funge da ausilio per identificare tempestivamente le potenziali vulnerabilità, oltre a servire da piano regolatore per elaborare in maniera strategica contromisure adeguate, in una prospettiva di resilienza concreta e di tutela efficiente della continuità operativa in ambito corporate.

Insomma, come qualcuno direbbe: “Bisogna fare come il camaleonte: un occhio al passato e un occhio al futuro”, ma con consapevolezza delle ragioni e degli obbiettivi.

La settimana prossima posterò qualche riga di carattere generale sulle principali differenze tra gli attacchi informatici che, a livello globale, hanno caratterizzato il 2022 e quelli che hanno invece segnato il 2023.

Leave a Reply